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Channel: I testi della tradizione di Filastrocche.it
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I colori della pelle

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I colori della pelleLa pelle di Mamadù
è nera, quasi blu,
la pelle di jsmael
è un bel crem caramel,
la pelle di Ciompè
è più gialla di un bignè,
la pelle di Aminata
è pura cioccolata,
la pelle di Lassina
non ha il color della farina,
la pelle di Emanuele
ha il color del biondo miele.

La pelle di tutti i bambini
profuma di… bacini!

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Il bambino adorno di vesti principesche

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bambino adorno di vesti principesche

Il bambino adorno di vesti principesche,
con al collo monili ingemmati,
perde ogni piacere nel gioco,
la sua veste lo impaccia a ogni passo.

Per paura che si possa stracciare
o che s’imbratti di polvere
si tiene appartato dal mondo
e ha timore persino di muoversi.

Madre, a che vale
tutta questa eleganza
se ci tiene lontani dalla salutare
polvere di questa terra,
se ci priva del diritto d’entrare
nella grande festa del mondo?

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Il coniglio

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Il coniglioCoraggio coniglio
c’è un campo di miglio
poco lontano
che puoi attraversare
e i semi mangiare
senza rischiare.

Non c’è essere umano
che t’acchiappi al volo
e ti chiuda in gabbia
con l’amico castoro.

Sorridi coniglio
i semi di lino
biancheggiano al sole
nel campo nero
dell’agricoltore.

Saltella coniglio
la sera è vicina
e la tana è nascosta
nella collina.

C’è già una stella
che brilla lassù
tua moglie ti aspetta
e ti chiama, orsù.

Trascini un sacchetto
sotto il pancino
pieno di miglio
e di semi di lino.

Ridi contento
mentre mormora il vento.

La civetta ti vede
e sorride sicura
con l’unico occhio
che fa un po’ paura.

Sei al sicuro coniglio
nell’aria
c’è odor di cucina
è la tua casa
che si avvicina.

 

 


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Casa su quattro ruote

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Casa su quattro ruote

Leggiamo insieme: Casa su quattro ruote di Giuseppe Fanciulli

È tutta serrata,
ha spento il camino;
così addormentata
la tira il ciuchino.

C’è un bubbolo solo
che squilla pian piano;
c’è un gallo marzolo
che canta lontano.

Ed or l’asinello
si ferma dappresso
a un fresco ruscello
che parla sommesso.

All’ombra dei pioppi
potrà respirare…
E pensa:
“Son troppi a farsi portare”.

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P e B

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P e B

Leggiamo insieme: P e B di Lea Maggiulli Bartorelli detta Zietta Liù

Le signorine P e B
hanno un odio perenne
per la povera N.
Le dicon: “Via da me!”.
Ah! Ma che cose strambe!
Voglion la M ognora
perché questa signora
cammina con tre gambe!
Ed è perciò così
che van sempre a braccetto
o la M con la P
o la M con la B.

 

 

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Quant’è felice il sassolino

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Quant'è felice il sassolino
Quant’è felice il sassolino
che vaga sulla strada solo solino
e non si preoccupa di carriere
e non ha paura di esigenze
la cui giacca di bruno elementare
un universo passeggero indossa,
e indipendente come il sole
si accompagna o brilla solo,
compiendo un’assoluta volontà
con spontanea semplicità.

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I due sentieri

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I due sentieriQuando sulla terra nasce un bambino,
un angelo gli si mette vicino.
Il bimbo non avverte il compagno alato,
ma ne sente il cuore, ne vede la nuvola del fiato.
Giocano insieme; si lavano nello stesso catino;
ridono della stessa gioia; piangono del medesimo spino.
E quel ch’è mio è tuo, e quel ch’è tuo è mio,
mangiano nella stessa scodella e insieme pregano Iddio.
Ma un giorno, dopo anni di fraterno cammino,
arrivano ad un bivio della strada.
Di qua spini, sassi, sterpi; il dolore.
Di là, rose, pomi e un’erba che è un amore.
Dice l’Angelo: – Fratello, fratellino mio,
tra spini, ortiche, sassi noi troveremo Iddio;
questo è il nostro sentiero, facciamoci coraggio.
Dice il bimbo: – Di qui, vedi è più bello.
Oppure il bimbo dice: – Verrò con te domani.
Oggi colgo un fioretto, un pomo, una fronda.
Va’! L’Angelo chiama. Non ha chi gli risponda.
Oppure il bimbo dice: – Andiamo, andiamo pure.
(l’innocenza non ha stolte paure).
E vanno tra spine e ortiche, nudo il piede.
Cantando insieme, e il Signore li vede.

 

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La musica vera

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La musica veraUn tempo lontano
quando non c’erano ancora
le orchestre con gli strumenti
i violini erano i venti
e i cavalli che galoppavano
nella prateria
i tamburi della batteria.
E c’era
in quella musica naturale
la grancassa del temporale,
il lamento della bestia ferita
e il canto del fringuello
insieme all’acqua del ruscello
che fuggiva via.
C’era pure il sassofono stonato
della vacca in mezzo al prato
e il trillo del grillo
e il canto lontano del mare
e l’urlo di vittoria dell’uomo
che iniziava la sua storia.

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La fine della scuola

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fine della scuola

Leggiamo insieme: La fine della scuola di Jolanda Restano

Il tempo fugge, il tempo vola:
è finita già la scuola!
Non più libri, non più banchi:
di studiare siamo stanchi!

Solo sole, spiagge, mare
solo tempo per giocare;
solo monti, libertà
euforia, felicità!

Ciao maestra! Ciao bidella!
abbandono la cartella;
non più storia o geografia
solo giorni di allegria!

A settembre, birbantella,
suonerà la campanella,
ma per ora festa a oltranza:
Viva, viva la vacanza!

 

 

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Salta salta cavalletta

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Salta salta cavallettaSalta salta cavalletta
salta salta fra l’erbetta!

C’è una bella margherita
rugiadosa che t’invita.

 

 


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I colori della mia bandiera

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colori della mia bandiera

Leggiamo insieme: I colori della mia bandiera

Vide il bimbo cader fitta la neve.
Zolla scoperta, nudo ramoscello,
fin dove l’occhio può veder, non c’era.
Uno disse: “Non c’è bianco più bello”.
“Oh, sì” fa il bimbo “nella mia bandiera”.

Torna l’erba a brillar di primavera
è verde il grano, verde l’alborello,
e quel lieto color loda la gente:
“Non s’è mai visto un verde più ridente”.
“Oh, sì” fa il bimbo “nella mia bandiera”.

Giunge l’autunno. Il sole verso sera,
stupendo foco, incendia il cielo e il mondo,
e un uomo, contemplandolo, d’un tratto
dice: “Chi vide un rosso più scarlatto?”.
“Io” dice il bimbo “nella mia bandiera”.

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Filastrocca per la fine della scuola

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Filastrocca per la fine della scuolaIn mezzo ai banchi il tempo vola:
è già finito un anno di scuola,
se n’è andato il freddo inverno
e i compiti chiusi nel quaderno.

Dei giorni tristi non c’è più traccia
nessuna lacrima sulla tua faccia,
resta il ricordo dei giorni felici
e la scoperta di nuovi amici.

Arriva il riposo dei piccoli eroi
e ora puoi fare quello che vuoi;
tuffati fiero incontro all’estate
e fatti travolgere dalle risate.

Testo di Giuseppe Bordi

 

 

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L’addio del volontario

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addio del volontario

Cantiamo insieme: L’addio del volontario

Addio, mia bella, addio,
l’armata se ne va;
se non partissi anch’io
sarebbe una viltà!

Non pianger, mio tesoro,
forse ritornerò;
ma se in battaglia io moro
in ciel ti rivedrò.

La spada, le pistole,
lo schioppo l’ho con me:
allo spuntar del sole
io partirò da te.

Il sacco preparato
sull’òmero mi sta;
son uomo e son soldato:
viva la libertà.

Non è fraterna guerra
la guerra ch’io farò;
dall’italiana terra
l’estraneo caccerò.

L’antica tirannia
grava l’Italia ancor:
io vado in Lombardia
incontro all’oppressor.

Saran tremende l’ire,
grande il morir sarà!
Si mora: è un bel morire
morir per libertà!

Tra quanti moriranno
forse ancor io morrò:
non ti pigliare affanno,
da vile non cadrò.

Se più del tuo diletto
tu non udrai parlar,
perito di moschetto
per lui non sospirar.

Io non ti lascio sola,
ti resta un figlio ancor:
nel figlio ti consola,
nel figlio dell’amor!

Squilla la tromba, addio,
l’armata se ne va;
un bacio al figlio mio:
viva la libertà!

 

Cenni storici:

Fu il canto di guerra più cantato nel corso delle guerre risorgimentali, scritto nel 1848 per i volontari di Pisa e di Siena che in circa 450 partirono per combattere gli austriaci a Curtatone, nei pressi di Mantova. La Battaglia di Curtatone e Montanara fu combattuta il 29 maggio 1848 da soldati toscani e napoletani da una parte e truppe asburgiche dall’altra e rappresenta una fra le più simboliche battaglie della prima guerra di indipendenza.

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Che rosso sei?

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Che rosso sei? Coloro che colorano
Rosso
che rosso sei?
Sei quello dei papaveri,
fiamme sparse nel grano?

O quello della goccia
che spunta sulla pelle,
punta da spina

O il rosso pomodoro,
gran perla da affettare
da spremere o versare
sulla gran piazza pizza?

O il rosso del bambino
che ha detto una bugia,
ed è stato scoperto?

O il rosso del tramonto,
quando all’orizzonte
si spegne il sole?

O quello che sta in petto
al piccolo, impettito
pettirosso?

O il rosso di ciliegia
quando, a fine maggio,
sboccia il cielo?

Rosso,
che rosso sei?
Sei mille rossi, o uno?

Rosso di bacche e brace,
rosso di peperone,
colore che mi piace.

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La bandiera

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bandiera

Leggiamo insieme: La bandiera

La mia bella bandiera ha tre colori:
il bianco schietto, il rosso ardente, il verde.
Ha preso il bianco dalle nevi alpine,
il verde ha preso dalle sue marine;
ha preso il rosso dal Vesuvio ardente
presso la bella Napoli fremente.
La mia bella bandiera è tricolore.
E porta scritto: “Fede, speranza, amore”.

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È finita già la scuola!

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È finita già la scuola!É finita già la scuola!
Che goduria, che bellezza
si va tutti
a fare festa!

Mai più compiti,
né lezioni.
Mai più esercizi,
né interrogazioni!

È finita, manca poco
mi diverto e faccio un gioco.
Un, due, tre… un, due, tre
manca poco: “Evviva, alé!”

 

 

 

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La madre

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madre

Leggiamo insieme: La madre di Ada Negri

Vedova, lavorò senza riposo
per la bambina sua, per quel suo bene
unico, da lo sguardo luminoso;

per essa sopportò tutte le pene,
per darle il pan si logorò la vita,
per darle il sangue si vuotò le vene.

La bimba crebbe, come una fiorita
di rose a maggio, come una sultana,
da la materna idolatria blandita;

e così piacque a un uom quella sovrana
beltà, che al suo desio la volle avvinta,
e sposa e amante la portò lontana!…

…Batte or la pioggia dal rovaio spinta
ai vetri de la stanza solitaria
ove la madre sta, tacita, vinta:

schiude essa i labbri, quasi in cerca d’aria;
ma pensa: “La diletta ora è felice… “.
E, bianca al par di statua funeraria,

quella sparita forma benedice.

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Mazzini

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Mazzini

Leggiamo insieme: Mazzini

Chi dice che Mazzini è in Alemagna,
chi dice ch’è tornato in Inghilterra,
chi lo pone a Ginevra e chi in Ispagna,
chi lo vuol sugli altari e chi sotterra.

Ditemi un po’, grulloni in cappamagna,
quanti Mazzini c’è sopra la terra?
Se volete saper dov’è Mazzini,
domandatelo all’Alpi e agli Appennini.

Mazzini è in ogni loco ove si trema
che giunga a’ traditor l’ora suprema.
Mazzini è in ogni loco ove si spera
versar il sangue per l’Italia intera.

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La rosa

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rosa

Leggiamo insieme: La rosa di Felice Cavallotti

Oh! come è bella ne’ suoi tre colori
La regina dei fiori e degli amori!
Sono i colori della terra natia,
sono i colori dell’anima mia!
C’è il verde emblema della dolce speranza
onde il fiore germogliò della costanza.
C’è il bianco della fede, per tant’anni
temprata nelle prove e negli affanni.
C’è il rosso della fiamma del mio core
che arde, brilla, consuma e mai non muore.
Petali bianchi e rossi e verde stelo,
che non v’incolga mai brina, né gelo.
Siete i colori della terra natia
siete i colori dell’anima mia!

 

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Italia Mia! Italia Mia!

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Italia Mia! Italia Mia!Italia Mia! Italia Mia!
Sei il più bel Paese che ci sia.
Fatto di arte, sole e mare.
spingi chiunque ad amare.
Italia dolce, cara, amata,
ti scelgo sempre,
in ogni giornata.
Dal Nord al Sud
sei la più bella,
più luminosa di una stella!
Italia mia, Italia mia
ecco perché da te non vado via.

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