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Channel: I testi della tradizione di Filastrocche.it
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Campane di Pasqua

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Gli orti di rosa chiaro
restano stupefatti:
musico è il campanaro.
Il giacinto si sente
il riso sulla bocca:
gioiscono le mente,
la vigna immusolita,
tanto è bello il concerto
che ritorna alla vita.
E il bambinetto balla
tutto vestito a festa
tra un fiore e una farfalla.

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Lo sbaglio del gallo

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Lo sbaglio del gallo
Alla casetta ove posava un gallo
picchiò la luna uscita fuor dal mare.
Vedendo l’aria empirsi di corallo
si scosse il gallo e si buttò a cantare.
Chicchirichì, il sole è qui!
Tanto cantò che udirono le stelle
e risero fra lor del grosso abbaglio
ma un vecchio asino aperse le mascelle
e protestò con un sonante raglio.

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I suoni della Primavera

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Primavera

Primavera, primavera,
dolcemente scendi giù;
ben ti avverte in su la sera
il cucù col suo: cù… cù…!

Ben ti avvertono nei prati,
dove l’erba rifiorì,
tanti grilli indaffarati
notte e giorno a far: crì… crì…!

A tal musica, le piante
metton fiori tutte quante.

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Pasqua

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Pasqua
La gemma aprì, dal pesco, un occhiolino;
vide il cielo turchino
e al sol di primavera,
si ridestò leggera…
Allor tutta la schiera
dei ciliegi, dei mandorli, dei meli,
su, verso i puri cieli,
gettò petali bianchi e profumati,
lievi come una carezza
cantando con la brezza:
– O sole, o Primavera, ben tornati!-
Passò il vento ridendo gaiamente
e destò la campana del villaggio:
– Oh, s’avvicina maggio!-
e: din don dan! si dette a scampanare.
Erano così chiare,
fresche, squillanti, trepide, sonore
le sue note canore!
Uomini, donne, bimbi, in allegrezza
di nuova vita, in un con la natura
gettarono alla pura
aria, al sereno cielo il nuovo canto!
Pasqua il suo dolce incanto
dona alla terra che sorride e tace
per troppa gioia.
E la Pasqua parlò: – Con voi sia pace! -

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Primavera

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Primavera
Viene la primavera
da una terra lontana.
Mette nell’aria un trillo.
Per la valle e la piana
tornata è primavera.

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Serenità

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SerenitàImmagine tratta dal libro: “Aurora di scuola attiva. Letture per il primo ciclo della scuola primaria, classe second” di Ignazio Drago (Firenze, Giuntine, 1960)

Nella dorata pace
della mattina
ogni cosa si tace.
Gli alberi sonnolenti
al sole tendono
i rami. Le ridenti
casine a vetri aperti
sembran guardare
dei bimbi i lieti, incerti
girotondi. Un galletto
la volpe incontra
e fa quasi l’occhietto.
Tutti i cuori sono gai
sotto quel cielo
limpido: perché mai?
Perché intorno è un gentile
profumo nuovo
di albor primaverile.

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Pasqua

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Pasqua
Un odore di viole
l’aria ci porta in dono,
lassù fiorisce il sole
per tutti: oh, com’è buono!
Il mandorlo è gremito
il pesco non decide
di farsi un bel vestito
aspetta e intanto ride…
Un bambino già muove
sull’aia il primo passo,
il sole scherza e piove
nel ruscello, più in basso…
Una bambina bionda
si guarda le scarpine,
una cincia gioconda
prova le canzoncine.
La chioccia già ammaestrata
la sua piccola schiera,
spalanca una finestra
in ciel la primavera;
un angelo si sporge
e guarda e si compiace,
dice: – Gesù risorge,
agli uomini sia pace! -

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Pulcini

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pulcini
Tre pulcini vanno al campo
con la chioccia al loro fianco,
batton l’ali, corron lieti,
poi ritornan quieti quieti.

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Il giardino della bontà

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giardino della bontàImmagine tratta dal libro: “Sentimento e pensiero. Libro di lettura per gli alunni e le alunne della seconda classe elementare” di Francesco Bonatto e Ostilio Lucarini (Firenze, R. Bemporad & Figlio, 1916)

Un piccolo cancello
verde, di legno: e dietro a quel cancello
un bel giardino: bello, che più bello
non si potrebbe neppure sognare.

Ci sono alberi e fiori,
viuzze strette strette,
e fra cespugli e aiuole
laghetti con barchette;
ci sono in mezzo al sole
capanne, sedioline e cascatelle,
sassi d’argento ed altre cose belle.

In quel giardino, quando vien la sera,
bisbigliano anche i fiori una preghiera.
E gli uccellini cantano giulivi:
“Grazie, grazie, buon sole!
Grazie, poggi fioriti ed alberelli!
A volare così, di ramo in ramo,
oggi ci siamo tanto divertiti.
Ma già vien sera:
O passerotti, o rondini e fringuelli,
con l’alucce raccolte, ora, dormiamo”.

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Lucertolina

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Lucertolina
Lucertolina
di primavera,
sei ritornata!
La testolina
hai riaffacciata
sotto la spera
del primo sole
tra le viole…

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Resurrezione

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Resurrezione
Dormivi, e la siepe è fiorita;
dormivi, ed il rovo
che ancora al crepuscolo nere
tendeva le braccia, stamane
è tutto un rigoglio di fiori
E il cielo ha smaglianti colori.
E squillano mille campane.
Le rondini volano a schiere
nell’aria: già sono lontane.
E’ Pasqua: la chiesa gremita
odora d’incenso e di ceri.
Sfiorato da tremule dita
già l’organo geme
e un inno tra i fiocchi leggeri
d’incenso dilaga nell’aria
che tutta ne palpita e freme.

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Mi racconto albero

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Mi racconto albero
Se fossi un albero,
con le mie foglie
mi riscalderei nelle giornate d’ inverno,
invece nelle giornate d’estate
darei un po’ d’ombra ai bambini.
Vorrei avere un tronco storto e bucato…
Storto per far arrampicare i bambini e
bucato per far entrare gli animaletti,
come gli scoiattolini
per far fare loro il nido e
dar loro una casa.
Con le mie radici
giocherei a calcio con una talpa;
con i miei rami
farei il portiere e
con le radici
l’attaccante e il difensore.
Con una formica
giocherei a farci il solletico e
riderei per tutto il giorno
fino all’ora di
andare a dormire.

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Una nuvola in cielo

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nuvola in cieloImmagine tratta dal libro: “Pagine gaie. Letture per il secondo ciclo, classe terza” di Genoveffa Liverani e Anna Negri (Milano, Garzanti, 1960)

Una nuvola in cielo
vuol dare qualche cosa;
ma timida non osa
e si tinge di rosa.
Il vento per un velo
l’afferra e la trascina.
Grida la poverina:
“Lasciamo, son piccina,
non posso correr tanto!”.
Il vento non l’ascolta,
si drizza, si rivolta,
ride di volta in volta,
di quell’esile pianto.
“Ascolta – infine dice –
devi esser felice:
il tuo volo predice
che è finita l’estate.
Tu, bella nuvoletta,
di’ alla formichetta:
chiudi la tua casetta
ché vengon le brinate,
vengono pioggia e vento:
odo il lor lamento;
saran qui sul momento”.
La nuvola che fa?
Udito ciò, s’affretta,
non posa, non aspetta,
bussa a ogni casetta.
E tutto in salvo sta,
anche se sul momento
giungono pioggia e vento
con il loro lamento.

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La trombettina

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La trombettina
Ecco che cosa resta
di tutta la magia della fiera:
quella trombettina,
di latta azzurra e verde
che suona una bambina…
Ma, in quella nota sforzata,
ci son dentro i pagliacci bianchi e rossi,
c’è la banda d’oro rumoroso,
la giostra coi cavalli, l’organo, i lumini.
Come, nel gocciolare della gronda,
c’è tutto lo spavento della bufera,
la bellezza dei lampi e dell’arcobaleno;
nell’umido cerino d’una lucciola
che si sfa su una foglia di brughiera,
tutta la meraviglia della primavera.

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Campane di Pasqua

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Campane di Pasqua
Dalla valle rifiorita
alle vette più lontane
dice il suon delle campane
ch’è risorto il Salvator.
Splende il sole dell’aprile
sul sorriso d’ogni fior!
Dolce Pasqua d’amor
tu, che porti col sole,
mille fresche viole,
mille rondini in vol,
fa sbocciare nei cuori
di chi spera e chi crede,
al calore delle fede,
mille rose d’amor!

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Mi racconto albero

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Mi racconto albero
Se fossi un albero, vorrei vivere in una foresta
con gli uccelli che cantano
perché si è risvegliata l’estate.
Il sole asciugherebbe le mie foglie
bagnate dalla pioggia.
Vorrei anche giocare con tutti gli animali,
che, a volte, mi fanno il solletico.
Le mie foglie sarebbero molto grandi
per arrivare fino alle stelle.
Il mio tronco non sarebbe perfettamente dritto,
avrebbe qualche curva
per abbracciare tutto e tutti.
Le mie radici sarebbero gigantesche
così potrebbero giocare con tutto il vicinato:
gli animali sotterranei
le troverebbero simpatiche:
danzerebbero con loro tutto il giorno
e del buio non avrebbero paura.
Ma la cosa più bella,
è che io sarei Natura.

 

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Primavera

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Primavera
La primavera mi piace davvero
perché mi vesto più leggero
gioco fuori, mangio gelati
faccio le corse in mezzo ai prati.
Vado a passeggio con mamma e papà
questa è la vera felicità!

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Il sogno di Alice

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Il sogno di Alice
Ora siamo alle prese
con Alice e il suo paese.
Se ve la devo dire tutta
questa fiaba mi par brutta,
ma scusate voi questo mio vizio
d’esprimer sempre un giudizio.
A voi bimbi il giudicare
ciò ch’io devo sol raccontare.
Tra ciò che fu vero e ciò che fu illusione
confesso di far un po’ confusione,
spero possiate perdonarmi
tutto non riesco a ricordarmi
ma son certa cominciò
con Alice che s’addormentò.
Si ritrovò rimpicciolita
con un fungo tra le dita
e così tanto piccolina
varcò una bassa porticina
poi si perse in un bel prato
seguendo un coniglio affannato!
«Vorrei solo un consiglio!»
urlò Alice al Bianconiglio
«Non mi posso proprio fermare!
altrimenti potrei tardare… »
«Nessuno qui ti capisce!»
disse la voce d’un gatto a strisce
«Come ritrovo la mia via
in questo paese di fantasia?
E quei due pazzi là cosa fanno?»
«Festeggian il lor non compleanno!».
E così dicendo pur sparisce
quel gatto viola con le strisce…
«Avvicinati bambina
e prendi con noi una tazzina!
Qui noi siam solo un paio
lui un mio amico, io il cappellaio!».
E tra tanti auguri fatti
al tavolo eran tutti matti.
Come ho detto non ricordo la parte
in cui Alice incontrò le carte…
ma ad un certo punto la bambina
andò alla corte della regina
che tanto per cambiare
la voleva ammazzare!
Avrete ormai imparato
con tutte le fiabe che v’ho raccontato
che la cattiva antagonista
odia sempre la protagonista.
Qui il racconto non è intenso
perché nei fatti non ha senso.
Non avrete voi dimenticato
che Alice ha solo un po’ sognato
e così finisco di raccontare
con una frase, un po’ per scherzare:
essendo al termine ormai giunta
la morale può esser così riassunta:
«Chi è nel paese della meraviglia,
i pesci certo non li piglia!»

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La giostra

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giostraImmagine tratta dal libro: “Ore belle: libro di lettura per la quarta classe elementare” di Renato Dell’Acqua e Aldo De Valeri (Como, Noseda, 1958)

Eccola nella piazza della chiesa,
eccola sorta come per incanto!
Chi non l’avea desiderata tanto?
Chi non l’avea tanto sognata e attesa?

Eccola! per la festa del patrono
scalpiteranno i bei cavalli al vento
e le barchette, in dolce ondulamento,
seconderai dell’organetto il suono!

Bella la giostra! È tutta luce e argento,
tutta specchi, bagliori, oro, turchesi,
così come quei fantastici paesi
ch’io vedo solo quando m’addormento.

Eccola! È giunta al nostro paesello
dal paese dei sogni e degl’incanti,
la bella giostra. Avanti! Avanti! Avanti!
scalpita il sauro! Suona l’organetto!

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Mi racconto albero

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Mi racconto albero
Io vorrei essere un abete su una collina
e abbracciare il vento della montagna.
Vorrei le foglie forti e verdi,
per accogliere gli uccelli.
Il tronco bello e carino,
con un buco,
per ospitare animali piccoli e bellini.
Le radici lunghe e robuste,
per fare amicizia con una talpa
e giocare con lei a dama:
vorrei chiamarla Scacco Matto.
Questo è l’albero che è in me.

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