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Channel: I testi della tradizione di Filastrocche.it
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La cocorita adolescente

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cocorita-parrocchetto-400Ho comprato una cocorita
e le ho dato il nome Anita
ma da giorni fa l’offesa
nella gabbia che lì ho appesa
se la guardo s’indispettisce
ogni attenzione la infastidisce
certo, ha un bel caratterino
questo piccolo uccellino!
Non capisco da cosa derivi
il fatto che lei sempre mi schivi.
Sarebbe per me più gradevole
se lei fosse più amichevole
ma è sempre innervosita
questa cara cocorita.
Giorno e notte è lunatica
mai che sia un po’ simpatica.
Ora anch’io sai mi lamento
del suo ingrato atteggiamento.
La porterò dalla veterinaria
la bella Anita solitaria…
per chiedere alla scienza
se per caso è l’adolescenza
la famosa fascia d’età
che s’affronta con difficoltà
ma che è indispensabile
per diventar più responsabile
e se adolescente è la mia Anita
seppur sbuffa, va capita!

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Filastrocca per leggere più forte

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Forte
Forte
Forte come il sole
Come le parole
Forte come l’odio nella terra dell’amore
Come una priezza¹
Faccia di ragazza
Come una pistola che ti spara nella piazza
Come una mattina
Come una bambina
Come un uomo buono che combatte la rovina
Come la Montagna²
Come la vergogna
Come la tua gente che non legge però sogna
Ma se tutto è forte
Tu leggi più forte
Forte come i libri che ti cambiano la sorte
Forte come un dono
Forte più del danno
Tu leggi più forte che vedrai
Sentiranno

Note
1 “Priezza”, in napoletano “guizzo di gioia”
2 “Montagna”, con l’iniziale maiuscola, il Vesuvio.

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La giornata fredda e breve

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La giornata fredda e breve
La giornata è molto breve:
c’è un bambino nella neve.

La giornata è molto corta:
ma chi bussa a questa porta?

La giornata è da scaldare:
qui c’è legna da bruciare.

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Filastrocca del caffè

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Filastrocca del caffè

Filastrocca del caffè
uno a me, uno a te!
Uno lungo, l’altro macchiato,
uno corretto, l’altro schiumato;
Cappuccino o marocchino
doppio, d’orzo o salentino
Con la panna, moka, espresso
io ne bevo molto spesso
perché è buono e profumato
è un momento dedicato
a me stessa e ai miei pensieri
e lo bevo volentieri.
Poi riparto caricata
e affronto la giornata!

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Regalo fai da te per la festa del Papà: il Portachiavi in gomma crepla

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Regalo fai da te per la festa del Papà

In occasione della Festa del Papà, i bambini sono soliti festeggiare portando orgogliosi al loro papà un regalino fatto a mano, che di solito hanno preparato con l’aiuto della maestra o della mamma.

Se anche tu stai cercando un’idea per creare insieme ai bambini un regalo fai da te per la festa del Papà, ti propongo di fare un divertente portachiavi in gomma crepla che il papà potrà portare sempre con sé o usare come gadget da appendere nella sua auto.

Il lavoretto è molto semplice non solo perché la gomma crepla è un materiale economico e facile da lavorare, ma anche perché si tratta solo di creare la sagoma di una divertente automobile e di ritagliarne e incollarne insieme i vari pezzi.

Regalo fai da te per la festa del Papà
il Portachiavi automobilina

Cosa serve

  • fogli colorati di gomma crepla
  • forbici
  • un disegno di un’automobilina
  • cordoncino
  • colla

Come fare

Regalo fai da te per la festa del Papà

Prima di tutto disegna su un foglio il profilo di un’automobilina e di tutti i suoi componenti come gomme, fanali, paraurti (anche bocca e occhi se si vuole dare alla macchinina l’aspetto di una buffa faccia).
Questi disegni diventeranno i tuoi cartamodelli.Regalo fai da te per la festa del Papà

Ritaglia con cura tutti i cartamodelli e, fissando ciascuno di essi con due spilli sul foglio di gomma crepla del colore corrispondente, traccia il contorno con una matita o un pennarello.

Regalo fai da te per la festa del Papà

Ritaglia con cura la sagoma di gomma crepla seguendo la traccia che hai disegnato.
Regalo fai da te per la festa del Papà

Fai questa operazione per tutte gli elementi dell’automobilina

Regalo fai da te per la festa del Papà

Quando tutti gli elementi saranno pronti, incollali alla sagoma principale.

Regalo fai da te per la festa del Papà

Adesso ritaglia un’altra sagoma della macchinina, prendi un cordoncino, fai un cappio e mettilo tra le due sagome su cui avrai steso un po’ di colla.

Regalo fai da te per la festa del Papà

Unisci le sagome tra di loro, ripassa il contorno degli elementi con un pennarello nero e il portachiavi da regalare al papà è pronto.

Buon lavoro!

 

stella_small1 Auguri Papà!


Visita lo Speciale Festa del Papà

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La gioia

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La gioiaFate che chiunque
venga a voi se ne vada
sentendosi meglio e più felice.
Tutti devono vedere
la bontà del vostro viso,
nei vostri occhi,
nel vostro sorriso.
La gioia traspare dagli occhi,
si manifesta quando
parliamo e camminiamo.
Non può essere racchiusa
dentro di noi.
Trabocca.
La gioia è molto contagiosa.

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Ruco Bruco e la farfalla

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Ruco Bruco e la farfalla

Ruco Bruco viveva sulla terra ed amava muoversi con il profumo della campagna inumidita dalla pioggia,  il suo mondo era profondamente colorato di foglie verdi, di sassi grigi, di fiori, di frutta e di acqua trasparente che formava tante piccole gocce nella rugiada del mattino.
Ruco Bruco viveva contento in quello spazio ed era felice di salutare la mattina le formiche, camminare sulle viole, scavare delle piccole gallerie dentro le mele e guardava sorridente gli altri abitanti che incontrava nella sua vita di tutti i giorni.

Ruco Bruco e la farfalla

Ma un giorno alzò gli occhi un po’ più in su e vide una farfalla Bianca: si accorse che ancora più in alto c’era il cielo azzurro e poi oltre il cielo azzurro una grande luce che illuminava tutto.
Ruco Bruco rimase stregato da tanta bellezza e osservava incantato le ali della farfalla Bianca perché lei poteva volare e volteggiare e posarsi dove voleva.
Ruco Bruco si sentì ad un tratto pesante, grigio e triste.
E pensò alla sua sventura di essere nato bruco in questo mondo, senza poter volare.
Ma proprio in quella notte illuminata dalle stelle e dalla luna Ruco Bruco cominciò la sua metamorfosi, la sua trasformazione, e diventò una  splendida farfalla Bianca.

Conclusione: siamo tutti ruchi bruchi pronti a diventare farfalle bianche quando è il momento, perché le nostre ali sono i sogni e la fantasia.

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The Chaos

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The Chaos

Mettete alla prova il vostro inglese con The Chaos!

Nota: The Chaos di Gerard Nolst Trenité è un testo del 1922 che intende mostrare l’irregolarità nella pronuncia delle parole in lingua inglese. Se si riesce a pronunciare correttamente tutte le parole che leggete in questa poesia, significa che parlate inglese meglio del 90% dei madrelingua inglese in tutto il mondo!

 

Dearest creature in creation,
Study English pronunciation.
I will teach you in my verse
Sounds like corpse, corps, horse, and worse.
I will keep you, Suzy, busy,
Make your head with heat grow dizzy.
Tear in eye, your dress will tear.
So shall I! Oh hear my prayer.
Just compare heart, beard, and heard,
Dies and diet, lord and word,
Sword and sward, retain and Britain.
(Mind the latter, how it’s written.)
Now I surely will not plague you
With such words as plaque and ague.
But be careful how you speak:
Say break and steak, but bleak and streak;
Cloven, oven, how and low,
Script, receipt, show, poem, and toe.
Hear me say, devoid of trickery,
Daughter, laughter, and Terpsichore,
Typhoid, measles, topsails, aisles,
Exiles, similes, and reviles;
Scholar, vicar, and cigar,
Solar, mica, war and far;
One, anemone, Balmoral,
Kitchen, lichen, laundry, laurel;
Gertrude, German, wind and mind,
Scene, Melpomene, mankind.
Billet does not rhyme with ballet,
Bouquet, wallet, mallet, chalet.
Blood and flood are not like food,
Nor is mould like should and would.
Viscous, viscount, load and broad,
Toward, to forward, to reward.
And your pronunciation’s OK
When you correctly say croquet,
Rounded, wounded, grieve and sieve,
Friend and fiend, alive and live.
Ivy, privy, famous; clamour
And enamour rhyme with hammer.
River, rival, tomb, bomb, comb,
Doll and roll and some and home.
Stranger does not rhyme with anger,
Neither does devour with clangour.
Souls but foul, haunt but aunt,
Font, front, wont, want, grand, and grant,
Shoes, goes, does. Now first say finger,
And then singer, ginger, linger,
Real, zeal, mauve, gauze, gouge and gauge,
Marriage, foliage, mirage, and age.
Query does not rhyme with very,
Nor does fury sound like bury.
Dost, lost, post and doth, cloth, loth.
Job, nob, bosom, transom, oath.
Though the differences seem little,
We say actual but victual.
Refer does not rhyme with deafer.
Fe0ffer does, and zephyr, heifer.
Mint, pint, senate and sedate;
Dull, bull, and George ate late.
Scenic, Arabic, Pacific,
Science, conscience, scientific.
Liberty, library, heave and heaven,
Rachel, ache, moustache, eleven.
We say hallowed, but allowed,
People, leopard, towed, but vowed.
Mark the differences, moreover,
Between mover, cover, clover;
Leeches, breeches, wise, precise,
Chalice, but police and lice;
Camel, constable, unstable,
Principle, disciple, label.
Petal, panel, and canal,
Wait, surprise, plait, promise, pal.
Worm and storm, chaise, chaos, chair,
Senator, spectator, mayor.
Tour, but our and succour, four.
Gas, alas, and Arkansas.
Sea, idea, Korea, area,
Psalm, Maria, but malaria.
Youth, south, southern, cleanse and clean.
Doctrine, turpentine, marine.
Compare alien with Italian,
Dandelion and battalion.
Sally with ally, yea, ye,
Eye, I, ay, aye, whey, and key.
Say aver, but ever, fever,
Neither, leisure, skein, deceiver.
Heron, granary, canary.
Crevice and device and aerie.
Face, but preface, not efface.
Phlegm, phlegmatic, ass, glass, bass.
Large, but target, gin, give, verging,
Ought, out, joust and scour, scourging.
Ear, but earn and wear and tear
Do not rhyme with here but ere.
Seven is right, but so is even,
Hyphen, roughen, nephew Stephen,
Monkey, donkey, Turk and jerk,
Ask, grasp, wasp, and cork and work.
Pronunciation (think of Psyche!)
Is a paling stout and spikey?
Won’t it make you lose your wits,
Writing groats and saying grits?
It’s a dark abyss or tunnel:
Strewn with stones, stowed, solace, gunwale,
Islington and Isle of Wight,
Housewife, verdict and indict.
Finally, which rhymes with enough,
Though, through, plough, or dough, or cough?
Hiccough has the sound of cup.
My advice is to give up!!!

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Piumadoro e Piombofino

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piumadoro

Caterina era orfana e viveva col nonno nella capanna del bosco. Fin da piccola aveva il nomignolo di Piumadoro. Il nonno era carbonaio ed essa lo aiutava nel far carbone. La bimba cresceva buona, amata da tutti e bella. Un giorno di primavera vide sui garofani della sua finestra una farfalla candida e la chiuse tra le dita. “Lasciami andare, per pietà!…” disse la farfalla. Piumadoro la lasciò andare. “Grazie, bella bambina, vado a disporre i miei bruchi in terra lontana. Un giorno ti ricompenserò.” E la farfalla volò via.

Un altro giorno Piumadoro ghermì un bel soffione trasportato dal vento e già stava lacerandone la seta leggera. “Lasciami andare, per pietà!…” Piumadoro lo lasciò andare.

“Grazie. Mi chiamo Achenio del Cardo. Vado a deporre i miei semi in terra lontana. Un giorno ti ricompenserò.” E il soffione volò via.

Un altro giorno Piumadoro ghermì nel cuore d’una rosa uno scarabeo di smeraldo che gridò: “Lasciami andare, per pietà!” Piumadoro lo lasciò andare. “Grazie. Mi chiamo Cetonia Dorata. Cerco le rose di terra lontana. Un giorno ti ricompenserò.” E la cetonia volò via.

Sui quattordici anni avvenne a Piumadoro una cosa strana. Perdeva di peso. Restava sempre la bella bimba bionda e fiorente, ma s’alleggeriva ogni giorno di più e cantava: “Non altre adoro, che Piumadoro. Oh! Piumadoro, bella bambina, sarai Regina”. E il nonno sospirava. “Piumadoro, che cosa canti?”. “Non son io. È una voce che canta in me” rispondeva la bambina.

Una sera il nonno si addormentò e non si svegliò più. Piumadoro pianse e poi socchiuse appena l’uscio di casa per andare a chiedere aituo. Ma il vento la ghermì e se la portò in alto come una bolla di sapone… Piumadoro volava ad un’altezza vertiginosa. Sotto di lei passavano le campagne verdi, i fiumi d’argento, le foreste cupe, le città, le torri… Piumadoro chiuse gli occhi per lo spavento e si lasciò trasportare. Poi sentì una voce: “Piumadoro, coraggio!”. Aprì gli occhi. Erano la farfalla, la cetonia ed il soffione. “Il vento ci porta con te, Piumadoro. Ti seguiremo e ti aiuteremo nel tuo destino”.

Piumadoro si sentì rinascere. “Grazie, amici miei”. Verso sera giunsero dalla Fata dell’Adolescenza. Entrarono per la finestra aperta. La buona Fata li accolse benevolmente. Prese Piumadoro per mano, attraversarono stanze immense e poi la Fata tolse da un cofano d’oro uno specchio rotondo. “Guarda qui dentro.” Piumadoro guardò. Vide un giardino meraviglioso e nel giardino un giovinetto stava su di un carro d’oro che cinquecento coppie di buoi trascinavano a fatica. E cantava: “Oh! Piumadoro, bella bambina, sarai Regina. “Lui è Riccardo, detto Piombofino, il Reuccio delle Isole Fortunate, ed è lui che ti chiama da tanto tempo con la sua canzone. È vittima d’una magia opposta alla tua. Diventa sempre più pesante. Il malefizio sarà rotto nell’istante che vi darete il primo bacio”.

La visione disparve e la buona Fata diede a Piumadoro tre chicchi di grano. “Prima di giungere alle Isole Fortunate il vento ti farà passare sopra tre castelli. In ogni castello ti apparirà una fata maligna che cercherà di attirarti con la minaccia o con la lusinga. Tu lascerai cadere ogni volta uno di questi chicchi.” Piumadoro ringraziò la Fata, uscì dalla finestra coi suoi compagni e riprese il viaggio, trasportata dal vento. Giunsero a uno a uno sopra i tre castelli, e ogni volta Piumadoro lasciò cadere i chicchi di grano, su consiglio dei suoi amici: la pieride, la cetonia ed il soffione, che chiamavano a raccolta tutti i compagni che incontravano per via. Così che Piumadoro ebbe ben presto un corteo variopinto. Viaggia, viaggia, la terra finì, e Piumadoro, guardando giù, vide una distesa azzurra ed infinita. Era il mare. Viaggiarono così sette giorni. All’alba dell’ottavo giorno apparvero sull’orizzonte le Isole Fortunate. Nella Reggia erano disperati. Il Reuccio Riccardo Piombofino aveva sfondato col suo peso la sala del Gran Consiglio e stava immerso fino alla cintola nel pavimento a mosaico. Biondo, con gli occhi azzurri, tutto vestito di velluto rosso, Piombofino era bello come un dio. S’udì, a un tratto, la voce di un valletto: “Maestà!… Una stella cometa all’orizzonte! Una stella che splende in pieno meriggio!”. Tutti accorsero alla finestra, ma prima ancora la gran vetrata di fondo s’aprì per incanto e Piumadoro apparve col suo seguito alla Corte sbigottita. I soffioni le avevano tessuta una veste di velo, le farfalle l’avevano colorata di gemme. Le diecimila cetonie, cambiate in diecimila paggetti vestiti di smeraldo, fecero ala alla giovinetta che entrò sorridendo, bella e maestosa come una dea. Piombofino, ricevuto il primo bacio da lei, si riebbe come da un sogno e balzò in piedi libero, tra le grida di gioia della Corte esultante.

Furono imbandite feste mai viste. E otto giorni dopo Caterina Piumadoro sposava il Reuccio delle Isole Fortunate.

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Lo scrittore di filastrocche

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Lo scrittore di filastrocche
Un po’ di parole
legate dal caso,
l’idea che ci vuole
sulla punta del naso.

Pensare di botto,
andar di memoria,
e in quattro e quattr’otto
è pronta una storia.

La rima più bella
che t’esce di bocca
e senti che quella
è la tua filastrocca.

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Pepe

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Pepe

Un pezzettino piccolo
di pepe peperino
sulla pietanza o pizza
o pollo o patatine
oppure sul purè.

Un profumato pizzico
di pepe piccantino
sul pinzimonio, un pezzo
in zuppa o spezzatino
o un pezzo nel patè.

Il pepe è una pepita
di pepido sapore:
rende più saporita
la pappa e anche l’amore.

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La bicicletta

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La biciclettaLa bici segue la cletta
lungo una stra molto dina
suonando la trom con Betta…
Che canzone malandrina!

Il ferro segue la via
per un alto quasi piano,
come il molo segue il prezze
e tutti e due van lontano.

Dietro l’oriz spunta il zonte
dietro l’ele corre il fante,
scalano insieme il monte
arrivano assai distante.

Lassù se ne vola il cuore
in aero pla pla plano
e con lui va la canzone
scritta in ita ed anche in liano.

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Allegria

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Allegria
Faceva freddo. Il vento
mi tagliava le dita.
Ero senza fiato. Non ero
mai stato più contento.

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Il Paese Senza Errori

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Il Paese Senza Errori
C’era una volta un uomo che andava per terra e per mare
in cerca del Paese Senza Errori.
Cammina e cammina, non faceva che camminare,
paesi ne vedeva di tutti i colori,
di lunghi, di larghi, di freddi, di caldi,
di così così:
e se trovava un errore là ne trovava due qui.
Scoperto l’errore, ripigliava il fagotto
e ripartiva in quattro e quattr’otto.

C’erano paesi senza acqua,
paesi senza vino,
paesi senza paesi, perfino,
ma il Paese Senza Errori dove stava, dove stava?
Voi direte: Era un brav’uomo. Uno che cercava
una bella cosa. Scusate, però,
non era meglio se si fermava
in un posto qualunque,
e di tutti quegli errori
ne correggeva un po’?

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Mi piace guardare le figure

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Mi piace guardare le figure

Mi piace
ascoltare il suono
delle candele accese.
Sembrano flauti
con la nota luminosa
che gli esce dalla testa.

Mi piace
toccare la panna
dei sogni senza paura.
Alta come una montagna
con la cima silenziosa
che spunta dal cuscino.

Mi piace
mangiare i colori
della musica felice.
Sono uova gialle
fritte sopra le corde
della chitarra elettrica.

Mi piace
guardare il vento
che scende dalle scale.
Sembra un ascensore
senza pareti
sempre libero

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Il gorilla furioso

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Il gorilla furioso
Il gorilla senza pace
per quei peli sul torace.
Eran cresciuti in quantità
e sembravano una rarità.
Non si era mai prima visto
un gorilla così provvisto
e per questa sua eccezione
dello zoo era l’attrazione.
Ma lui era avvilito
per farvi capire, le sue parole cito:
«Non tollero la curiosità
per la mia virilità
che a me dà tanta pena
non aver sol sulla schiena.
Sono infatti arrabbiato
per esser da tutti tormentato.
Ogni giorno son qui dentro
e dell’attenzione son al centro
ma come scritto su quel cartello
questo non perché sia bello».
Mi indicò poi con lo sguardo
il cartello a suo riguardo:
«Se allo zoo accorrerete
una strana specie voi vedrete
qui vive il gorilla furioso
perché il suo petto è villoso!».

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Universo rap

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Universo rap
Il nostro viaggio cominciamo
nella galassia in cui viviamo
via Lattea è il suo nome
ma di certo non ha un cognome.
Come galassia è una spirale
c’è al suo interno il sistema solare.

Rit: Buon viaggio
tra pianeti e costellazioni
satelliti e buchi neri!!
pianeta terra
chiama sistema solare
iniziamo ad imparare!

Corpo gigante che del sistema è il cuore
stella che emana luce e calore
stiamo adesso parlando del sole
sfera incandescente, astro splendente!
Manto di ghepardo, sarà gigante rossa
ma juventina finirà per forza!

Rit.

Mercurio piccolino al sole è il più vicino,
di giorno scotta, di notte ghiaccia
ah! Che giornataccia!
L’unica donna del sistema solare
stella dell’alba e del tramonto si fa chiamare
è Venere il pianeta più caldo, col monte piu’ alto!

Rit.

La nostra Terra è la più bella
con acqua, aria, fuoco e terra.
Ha vita in quantità
animali, piante, umanità.
La luna è sua vicina
delle maree è la regina.

Rit.

Marte il pianeta più arrabbiato
tutto rosso e arrugginito
tra i suoi ghiacci c’è il vulcano più alto
ma un’eruzione mai sarà in atto!
Su esso c’è acqua salata
ma la vita non è assicurata!

Rit.

Giove tutto può attirare:
re e spazzino del sistema solare
colosso cicciottello,
con un po’ di dieta sarebbe un pianeta modello!
Saturno è il signore degli anelli
come corda tra loro intrecciati
da essi si rimane abbagliati!

Rit.

Urano ha l’asse inclinato
e da quando un corpo celeste ha impattato
se ne sta sdraiato in un posto riservato
il gemello nettuno è ghiacciato come nessuno
ha i venti più forti e prepotenti del sistema solare
e per questo record è da ammirare.

Rit.

Troppo piccolo Plutone è nato
perciò come grande asteroide è trattato
ha un satellite di nome Caronte
che è il traghettatore nel libro di Dante!
Questo rap ci ha fatto scervellare
ma siamo contenti di poterlo cantare.

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Eppure primavera è nell’aria

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Eppure primavera è nell'aria
Pieno inverno: il contadino vigoroso
Trasporta le fascine della legnaia gelida
e batte i piedi contro il focolare.
Sul fuoco che langue getta i ceppi freschi
e ride perché la vampata spaventa
i suoi bambini. Eppure, primavera è nell’aria
Cinta di erba gioia, verde sorridente.
E avanti indietro per il campo va il seminatore
e dietro a lui ridendo un ragazzino spaventa i corvi
Rapaci, coi suoi strilli. Allora il castagno si veste
Splendidamente, e sull’erba si piega il fiore cremoso
In eccesso odoroso.

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La balena spiaggiata

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La balena spiaggiata
Sdraiata, là sulla spiaggia
c’è una balena molto saggia
che ogni tanto lascia il mare
e si mette lì a pensare.
La si vede sulla battigia
è enorme ed è grigia
e per quel suo meditare
tutti i bagnanti fa scappare.
Non suo è il dono della bellezza
ma dicevo nota è per la sua saggezza.
Quando in paese c’è un problema
si interpella quella balena
la quale, emergendo tra le onde
da lontano, lei risponde.
Seguendo fedeli il suo consiglio
sempre si esce dallo scompiglio
e poi si torna per ringraziare
con un canto in riva al mare.
Seppur molto disponibile
avvicinarla non è possibile

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Come creare un simpatico Biglietto per la Festa del Papà in 3D

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Se stai cercando un’idea per creare un biglietto per la Festa del Papà, oggi te ne faccio vedere uno davvero simpatico che sono sicura ti piacerà.

È un bigliettino di auguri in 3D pieghevole da creare utilizzando carte colorate e da decorare sul fronte con un grosso papillon di carta fatto con carta piegata a fisarmonica.

Lo potrai realizzare insieme ai tuoi bambini coinvolgendoli in un lavoretto creativo in cui si divertiranno a tagliare, incollare, piegare e scrivere. All’interno del bigliettino infatti i bambini potranno fare un disegno o scrivere una dedica, un augurio, una poesia dedicata al papà.

Biglietto per la festa del Papà

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Cosa serve

  • carta regalo o stampe ad hoc
  • cartoncino o fogli A4
  • colla
  • forbici

Come fare 

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Per realizzare questo simpatico biglietto per la Festa del Papà hai due opzioni: o farlo con ritagli di carta regalo da incollare su cartoncino (la fantasia deve essere adatta ad un uomo) o farlo stampando su un foglio A4 delle fantasie colorate che puoi trovare sul web tra quelle liberamente scaricabili.

Per comodità io ho scelto la seconda opzione, ma comunque in entrambi i casi il biglietto da creare è un rettangolo che misura 21cm x 14cm aperto.

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Una volta stampate le fantasie o incollata la carta regalo sul cartoncino, il biglietto va piegato a metà.

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Per realizzare il papillon invece, dovrai ritagliare un foglio largo 11cm e lungo 21cm con la fantasia da te scelta e ripiegarlo a fisarmonica su se stesso lungo il lato più corto.

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Per stringerlo al centro ritaglia una piccola striscia di carta della stessa fantasia del fiocco e richiudilo ad anello intorno al fiocco con un po’ di colla stick.

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Fissa ora il papillon al centro del biglietto con un po’ di colla e il tuo biglietto per la Festa del Papà in 3D è pronto!

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Come puoi vedere io ho fatto due biglietti uguali ma con fantasie e colori diversi.
Anche tu puoi divertiti con i tuoi bambini a creare questo biglietto scegliendo la fantasia più adatta al papà e scrivendo all’interno l’augurio più bello del mondo.

Buona Festa del Papà!

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