![Vacanze di Gesù Bambino Vacanze di Gesù Bambino]()
Natale da un giorno è passato…
Gesù, dopo aver viaggiato
per monti, per valli, per mari,
fermandosi nei casolari,
di tante fatiche riposa
tra nembi di nuvole rosa.
E in un’altalena di fiori
ascolta tranquillo i bei cori:
vocine di angeli biondi,
dai dolci visetti rotondi.
Lassù, col progresso, all’aperto
non manca il telefono certo…
Ci son più di cento chiamate:
“Sì. Qui è Paradiso. Parlate!
Mi spiace non posso chiamarlo;
ha detto di non disturbarlo!
Che dite Che è grave ed urgente?
Che debbo chiamarlo ugualmente?
Va bene. Farò un’eccezione.
Gli do la comunicazione”.
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“Pronto?”. “Sì, pronto. Sei Tu?
Sei proprio Bambino Gesù?
Parliam da una stella. Ci odi?
Noi siam gli angioletti custodi
di Elio e Patrizia, lo sai?
Quei bimbi combinano guai!
Da quando sei stato a Natale,
continuano a farsi del male.
Rovinano tutti i balocchi.
Si picchian, si graffiano gli occhi!”.
La cosa è davver preoccupante.
Decide Gesù sull’istante
d’andare in persona a vedere
che cosa laggiù può accadere.
“Venite voi pure con me.
Faremo il viaggio noi tre.
Si parte nel cuor della notte!
Eh, sì, son vacanze interrotte!
I bimbi, con bizze e con strilli,
non lascian mai stare tranquilli!”.
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Ed ecco i due rei, in capricci.
Continuano i loro bisticci:
“Quell’orso è per me. Cosa credi?
Se non me lo rendi, ora vedi!
Ti rompo il trenino ch’è nuovo!”.
“Sì ? Pròvati!”. “Certo che provo!”.
“Io all’orso lo sai cosa faccio?
Distacco una gamba ed un braccio!”.
Un attimo passa. Ohimè! Tutto
nell’attimo breve è distrutto!
Da un cuore un singhiozzo è salito.
Nessuno, nessuno l’ha udito.
Due lacrime scendono lente.
Nessuno, nessuno le sente.
Gesù che, invisibile, è sceso
ha tutto veduto e compreso.
Nell’ombra c’è come un bisbiglio:
“Asciuga, Gesù, quel tuo ciglio!
A volte i bambini non sanno
i grandi dolori che danno!”.
“Se i bimbi non sanno esser buoni
non meritan certo i miei doni…
Stanotte, vi prego, ai due tocchi,
prendetegli tutti i balocchi.
Portateli a nonna Befana,
lassù nella nube lontana.
Non fate rumore.
Lasciate che dormano e non li destate.
È questo un castigo e mi duole,
ma pure, stavolta, ci vuole!”.
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È questa la vecchia Befana
che porta lo scialle di lana
e, su tra le nubi e le stelle
prepara dolciumi e ciambelle.
Da lei gli angioletti han portato
le strenne che han ritirato.
“Befana, vuoi tu, in cortesia,
serbarli, nell’Epifania,
per qualche bimbetto più buono
che merita e aspetta un tuo dono?”.
Ed ecco che al sei di Gennaio
un bimbo di più ride gaio.
Un bimbo che s’è meritato
i doni che gli hanno portato.
E quelli che furon cattivi,
di tutto rimasero privi!
Lo san gli Angioletti Custodi
che veglian dei bimbi sui modi
per poi riferirli lassù,
al Santo Bambino Gesù.
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