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Channel: I testi della tradizione di Filastrocche.it
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Mar Mediterraneo

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Mar Mediterraneo
Il nostro mare è un mare chiuso
ciò che dico è assai diffuso.
Lo sa chi vive in montagna,
in collina, in campagna.
Mare, mare dell’Italia

che in molti sempre ammalia.
Mare nostrum, pien di pesci.
Dimmi un poco, se ci riesci:
In quanti ti hanno navigato?

Quante navi ti han solcato?
Sono sicura sono in tanti
della Terra gli abitanti.
Una cosa, però, ti dico:
“Tu sarai sempre mio amico!”
E se non ci fossi tu…
non ci tufferemo più!

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Albeggiare

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Albeggiare

Leggiamo insieme: Albeggiare di Juan Ramón Jiménez

Dora il sole di miele
il campo malva e verde
(pietra e vigneto, pianura e dosso).
La brezza inclina, fresca e mite,
il fiore azzurro delle siepi viola
Ancora, o già, nessuno
nell’immensa campagna preparata
che con cristallo e ali
l’allodola abbellisce.
Sparsi qua e là, spalancati e deserti,
i rossi borghi abbacinati.

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Stella, stellina…

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Stella, stellina...
Stella, stellina…
la notte è assai carina.
Nasconde ogni cosa,
la gente si riposa.

La mucca e vitellino
schiacciano un pisolino.
La volpe e il volpino,
si addormentano pian, pianino.

Il bimbo e la sua mamma,
insieme fan la nanna.
Ed io guardo lassù,
la stellina nel cielo blu!

 

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Luccioletta

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Luccioletta

Leggiamo insieme Luccioletta di Teresa Romei Correggi

Luccioletta, fammi lume
che vo’ andar di là dal fiume;
tieni acceso il focherello
cho vo’ andar sul monticello.

Luccioletta, lucciolina,
vieni qui sulla manina;
non ti faccio prigioniera,

Luccioletta, lucciolina,
guardo solo il tuo splendore
luccioletta del Signore.

 

Un mazzolin di fiori


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Fina la gallina

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Fina la gallina
Fina la gallina
zampetta a testa china,
un vermetto vuol trovare
e se lo vuole becchettare.
Raspa sotto i sassi,
raspa tra l’erbetta,
è sicura di scovare
un’ottima cenetta!
Ed ecco che,
sotto il biancospino,
vede spuntare un misero codino.
Una zampata e la zolla gira,
poi col becco tira tira…
È un piccolo verme,
timido e inerme,
con scuri occhioni
e due lacrimoni.
Fina gallina
a papparlo non ce la fa!
Con una ruvida beccatina…
nel buchetto fa rientrar!

 


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La nave Gisella

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La nave Gisella
Di notte la luna rischiara il mare,
vuole scoprire chi va a navigare!
Anche il faro è un gran curiosone
e spia sempre chi è in circolazione.

All’orizzonte c’è la nave Gisella,
ma che fa lì quella birbantella?
Con le sue vele incontra il vento,
è infuriato e ulula a più di cento.

“Gisella devi ritornare nel porto!”
Le urla il faro con il fiato corto.
È una nave davvero particolare,
sulle onde alte desidera giocare.

Dal capitano non si fa governare
né dal saggio faro si fa guidare.
Il vento dispettoso l’allontana
in una bianca spiaggia africana.

Piange, si dispera, vuol ritornare
è sola, ma l’aiuta la stella polare.
“Gisella non puoi far quel che ti pare,
le regole devi imparare e rispettare!”.

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Ho i ricordi d’infanzia

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Ho i ricordi d'infanzia
Leggiamo insieme Ho i ricordi d’infanzia di Antonio Machado

Ho i ricordi d’infanzia, ho i ricordi,
immagini di luce e di palmizi,
e in un fulgore d’oro,
di campanili, lungi, con cicogne,
di paesi con strade senza donne
sotto un indaco cielo, piazze vuote
dove crescono aranci luminosi
coi loro frutti rotondi e vermigli;
nell’ombra di un giardino c’è il limone
coi rami polverosi,
e limoni d’un giallo impallidito
nello specchio dell’acqua della fonte;
aroma di garofani e di nardi,
forte odore di menta e di basilico;
immagini d’ulivi inargentati
a un sole ardente che stordisce e acceca,
e turchine e remote cime alpestri
con rosse tinte d’una sera immensa.

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Le sette note

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Le sette note
Do re mi fa sol la si
le sette note impariamo così

do do do do do
dondolo qua e dondolo là

re re re re re
resto sospeso in aria perché

mi mi mi mi mi
mi sembra di volare nel ciel

fa fa fa fa fa
farfalle amiche volan con me

sol sol sol sol sol
soltanto muovendo le braccia così

la la la la la
lascio andare la fantasia

si si si si si
si accende la gioia di stare insiem

e ora noi cantando così
le sette note sappiamo già

Do re mi fa sol la si
le sette note son tutte qui.

E ora cantiamo insieme:

 

 

 

 

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Mattino sulla spiaggia

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Mattino sulla spiaggia
Leggiamo insieme Mattino sulla spiaggia di Christian Morgenstern

Era un mattino simile a questo,
quando udimmo i pesci cantare;
non un fil d’aria, né un filo di voce,
neppure un suono d’onda dal mare.
Sol essi, i pesci, rompevan lieve
l’immenso silenzio suggellato,
cantando in mille diversi modi,
fitti, sotto lo specchio assolato.

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Il gallo piacione

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Il gallo piacione
Guarda che buffo il gallo piacione
Non ha ancora smesso di fare il pavone.
Canta, si gonfia, sbatte le ali
la sua superbia non ha uguali.
Nel suo pollaio oggi è arrivata
una nuova gallina un poco spennata.
È piccola, rossa, un po’ grassottella:
tra tutte quante non è la più bella.
Ma la gallina non può restare
la sua libertà vuol riconquistare.
È stata sola per troppo tempo
e quel pollaio è proprio un tormento.
Una gallina le lancia un’occhiata
due brune la squadran e sghignazzan:
È spennata!
Una bionda gallina, lo sguardo un po’ spento,
si ferma e la osserva un lungo momento
quindi rivolta alla mora al suo fianco,
dice ridendo: È proprio uno schianto!
Ma un gallo è un gallo, questo si sa:
qua c’è di mezzo la virilità!
Eccolo! Avanza! Le penne son ritte
La sua tracotanza non ammette sconfitte.
Tra cresta e bargiglio un occhio assassino
osserva la preda e le ammicca un tantino
quindi zampetta sicuro al suo fianco,
le sfiora le piume e lancia il suo canto.
La rossa gallina si arresta agitata
“Questo bel gallo mi ha conquistata!
Canta per me, mi liscia le penne,
Mi ronza attorno con aria solenne!”
Le altre galline becchettan nervose
osservan la scena: già sanno le cose.
Da dove viene quella gallina?
Dai! Non può essere tanto sciocchina!
Una grassa gallina, le piume ricce
arriva al suo fianco e piano le dice:
“Attenta cara! Qua siam tutte prede
lui fa i suoi comodi ma non ti vede!
Per molto tempo mi sono illusa
che nel suo cuore mi avesse chiusa.”
Dagli occhi chiari, dietro gli occhiali,
spuntano due lacrime e sbatte le ali.
“Ma un gallo è un gallo: cuore non ha
una sola cosa lui fare sa!
Ti fa sentire una regina
e quando cadi un’altra avvicina!
È molto bravo nel corteggiare
ma è l’unica parte che sa recitare.
Osserva ora, guarda tu stessa:
quella che arriva è davvero fessa!”
Una gallina slanciata ed alta
va verso il gallo che subito canta.
La graziosina, gli occhi adoranti,
non vede una buca e gli ruzzola avanti.
Pronto si alza con aria confusa
e di repente gli chiede scusa.
Galante il gallo fa la sua parte
e non la tira nemmeno in disparte.
Quindi, mollata la spilungona,
guarda la rossa con aria sorniona.
Gonfia il suo petto, le fa l’occhiolino,
improvvisa un balletto e le torna vicino.
Subito il becco tenta un approccio
ma la rossina si fa di coccio.
“Su! Non assumer quell’aria dolente.
È solo un’amica! Non conta niente!”
le sta sussurrando con aria suadente.
Ed il suo occhio è talmente sincero
che, per un attimo, lei pensa sia vero.
Di colpo il gallo si fa incalzante
e la sciocchina cede all’istante.
Ecco! Il misfatto ora è compiuto:
un altro colpo del bel pennuto
che d’improvviso si fa beffardo
mentre in un attimo riprende il largo.
In mezzo al pollaio passa spavaldo
l’occhio annoiato ma il passo baldo.
È nato solo per dimostrare
che il suo mestiere lui lo sa fare.
“Povero gallo! Che vita trista
se l’esistenza è solo una lista!
Ma in una lista non voglio stare:
ho tante cose ancora da fare.
Ed il mio cuore sa ancora amare”.
Lancia uno sguardo la saggia rossina
al tronfio pennuto e alla sua scia.
Poi spicca un balzo e vola via.

 


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Contadinello

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Contadinello

Leggiamo insieme: Contadinello di Lina Schwarz

O meraviglia! Un gran fascio di fieno
laggiù compare in fondo della via,
e viene avanti come per magia…
Ma no, che sono spuntati
di sotto due piedini
lesti, nudi, abbronzati…
Poi due gambette… Un corpo di bambino…
Ora, quasi, è vicino;
si ferma, dà uno scrollo…
In terra il fieno, e su libero il collo!
Alta la faccia su cui raggia il sole
e la fiera fatica!
Poi, per sgranchirsi, sulla terra amica,
giù quattro capriole.

 

Il Libro dei Bimbi di Lina Schwarz

 

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Filastrocca dell’estate

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Filastrocca dell’estate
È attesa tutto l’anno
E la desideriamo con affanno…
Porta sole, caldo e mare
Aria di vacanza ci fa respirare
E se appiccica il sudore
Basta accendere il condizionatore.
Gelo e freddo lei cancella
Delle stagioni è la più bella!
Ci spoglia di vestiti e di pensieri

È l’estate dei desideri…

 

 

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Grano

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Grano

Leggiamo insieme: Grano di Ida Alliaud

Sepolto da provvida mano
dormivi nel solco celato
o piccolo chicco di grano
nel sen della terra adagiato:
la culla era calda, sicura,
vegliava su te la natura.

Sui campi deserti, silenti,
un umido velo discese,
poi freddi soffiarono i venti;
ma i solchi dal gelo difese
la neve, e coi bianchi mantelli
te, chicco, protesse, e i fratelli.

Ma giunse coi dolci tepori
di marzo il benefico sgelo.
Dal molle terriccio uscì fuori
un verde, esilissimo stelo:
al sole di marzo così
il piccolo chicco fiorì.

E crebbe, e la fragile spiga
fu colma del nuovo tesoro
che premia l’umana fatica:
i solchi rifulsero d’oro.
Al sole, cantando, i coloni
raccolsero i biondi covoni.

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Amici

Di luglio

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Di luglio

Leggiamo insieme: Di luglio di Giuseppe Ungaretti

Quando su ci si butta lei,
Si fa d’un triste colore di rosa
Il bel fogliame.
Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
È furia che s’ostina, è l’implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
È l’estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.

 

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Buongiorno!

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Buongiorno!
Filastrocca forte e chiara
Un bel giorno si prepara
Forza corri giù dal letto
Lava mani ed il visetto
Vai a fare colazione
Togli svelto il pigiamone
E poi con lo spazzolino
Lava bene ogni dentino
Metti i jeans e la maglietta
Chiudi bene ogni scarpetta
Oggi è appena cominciata
Questa splendida giornata!

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Il mietitore

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mietitore

Leggiamo insieme: Il mietitore di Marcello Bozzini

Sonavan le campane
nel cielo mattutino
e il vecchio contadino
misurava il suo pane
in quelle spighe d’oro.

Benedici, o Signore,
il nuovo mio sudore
e troverò ristoro.
Pregò il vecchio, affilando
la falce con la cote.
L’accolse con tre note
un fringuello volando.

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La buona pappa

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buona pappa

Leggiamo insieme La buona pappa di Teresa Romei Correggi

Ma che buona buona pappa;
la vorrebbe anche il gattino.
Oh, no, no, micino, scappa:
va’a mangiare un topolino!

E vorrebbe la tua pappa
anche Tom, il cagnolino.
Oh, ma è tutta del mio bimbo:
va a cercarti un ossicino!

Ne vorrebbe un bel cucchiaio,
tanto è buona, l’uccellino;
vola pur dalla tua mamma,
che ti dà un moscerino.

Ha sentito il buon odore
anche Bigio, l’asinello;
oh, no, no, bell’asinino;
va’ a mangiare il tuo cruschello!

 

Un mazzolin di fiori

 

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Tutti hanno una casa!

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Tutti hanno una casa

Leggiamo insieme: Tutti hanno una casa!

Vive nel guscio
la lumachina.
Ha la sua tana
la bestiolina.

Hanno il lor nido
tutti gli uccelli.
Hanno l’ovile
capre ed agnelli.

Anche il bambino
ha la casetta,
dove la mamma
sempre l’aspetta.

Casa casina,
grande o piccina:
casa del cuore,
nido d’amore.

 

Tutti hanno una casa

Tutti hanno una casa

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Ma se il tramonto

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Ma se il tramonto

Leggiamo insieme: Ma se il tramonto di Attilio Bertolucci

Ma se il tramonto dura sulle cime
degli alberi che chiudono la pianura
soffocata da brume estive, il cielo
è una leggera arida spoglia inerte.

Eterno giorno, che cos’è la morte
quando sui visi radianti si posa
la maschera lucente
del tramonto lentissimo di luglio?

Non c’è memoria più, non c’è speranza
nel transito fatale del tempo.

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